NUOVO MILLENNIO  

Il governo del cambiamento

Il potere pubblico non deve rimanere inerte di fronte alla dinamica economica e sociale in evoluzione.
Ma non esiste solo lo Stato.
Associazioni e collettività locali, che partecipino attivamente alla vita associata, hanno un ruolo essenziale da giocare attraverso i corpi intermedi, purché non siano al servizio di partiti politici.
Occorre riportare il sindacato, ormai una potenza finanziaria privilegiata, al suo ruolo naturale di associazione autonoma, non al servizio degli interessi di partiti e derive ideologiche.
La negoziazione tra le parti sociali deve avere il potere di proposta per creare le basi del diritto del lavoro, oggi accaparrato dallo Stato.
Lo Stato deve invertire la politica del deficit e del debito pubblico che compromette l’avvenire dei nostri figli.
 Il denaro pubblico deve essere destinato alle priorità della crescita e della giustizia sociale, non al rinnovo dell’esistente o alla soddisfazione di interessi di categoria.
Una riforma profonda dell’organizzazione dello Stato, fondata sull’autonomia di decisione, la mobilità dei lavoratori e la loro responsabilizzazione, è la condizione per una migliore efficacia della spesa pubblica, la soddisfazione dei consumatori e dei produttori di servizi pubblici.
La gestione dei servizi pubblici deve essere esercitata in un quadro privato sotto il controllo pubblico, che deve però essere assicurato in forma rigida.
Occorre rivedere le attuali formule di cogestione che si sono rivelate fallimentari per il pubblico, una miniera per il privato e fonti di corruzione.