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NUOVO MILLENNIO |
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Lo sviluppo degli scambi internazionali è fondamentale.
Occorre dire alto e forte che la globalizzazione è fattore di progresso.
È l’apertura degli scambi che tira per una larga parte la crescita mondiale. È questa che ha permesso a centinaia di milioni di uomini e di donne dei paesi in via di sviluppo di uscire da una miseria vergognosa per l’umanità. Siamo contro ogni discorso demagogico di patriottismo economico e a tutte le forme di protezionismo, che porta con sé, quando va bene, il declino e al peggio le guerre. La globalizzazione incoraggia la libera circolazione dei beni, dei capitali, dei servizi e delle persone. Essa crede, invece, al governo degli scambi mondiali, per garantire un gioco leale di tutti gli attori, e la reciprocità delle aperture. Naturalmente occorre prevedere strategie di accompagnamento per i lavoratori che si dovessero trovare in difficoltà a causa di inevitabili crisi che debbano verificarsi in alcuni settori della nostra economia, o in alcuni territori del nostro paese, per evitare che siano soltanto i lavoratori a pagare il costo di queste trasformazioni. Occorre infine tenere presente che nessun fenomeno che attiene ad economia, comunicazione, politica rimane senza conseguenze sul resto del mondo, ma attraversa i confini nazionali, amplia diritti, ma anche sfide; travolge le capacità dei governi deboli, ma può essere temperato e indirizzato da governi legittimi, capaci, efficienti. Si rende necessario perciò esercitare le opportune pressioni nei confronti di quei paesi e governi poco o niente democratici che negando i diritti del lavoratore attraverso il sottosalario e lo sfruttamento, creano forti squilibri tra essi. Il riconoscimento del diritto universale del lavoratore significa anche attenuare situazioni di elevata concorrenza sleale. |