NUOVO MILLENNIO  

L'integrazione

In una società multiculturale qual è quella che si sta formando, si deve affermare libertà di coscienza e di opinione, ma allo stesso tempo occorre garantire la neutralità laica dello spazio pubblico.
Una buona integrazione di comunitari di origine straniera nella nostra società non giustifica alcuna eccezione a questo principio.
Occorre, però, assicurare una politica di “azione affermativa” in loro favore, di cui la discriminazione positiva dovrà essere una delle sfaccettature.
Non si possono aprire le frontiere senza controlli.
Non si possono considerare tutti i disperati come rifugiati politici.
Non si può accettare che circolino nel nostro paese i cosiddetti “clandestini”, costretti ad accettare lavori in nero e retribuzioni da fame, e quindi portati a mettere in atto comportamenti illegittimi.
Non si deve permettere che cittadini italiani sfruttino illegittimamente questa possibilità loro offerta dalle politiche permissivistiche, che consente loro di pagare salari più bassi e di tenere le persone al proprio servizio (badanti o operai) in uno stato di perenne ricatto.
Questo sfruttamento è una vergogna nazionale che i fautori dell’inclusione ad ogni costo non vogliono vedere, come chiudono gli occhi di fronte alle condizioni di vita drammatiche di questi disperati.
La speculazione non è solo quella dei traghettatori, c’è anche la speculazione politica, la speculazione della carità, la speculazione di un certo volontariato retribuito.