NUOVO MILLENNIO

Le nuove povertà

Nostro compito preminente e responsabile è quello di aiutare le giovani generazioni a riscoprire passione civile e comunanza d’intenti, a maturare l’umiltà necessaria a condividere progetti, competenze, idee, ma senza guardare indietro, senza lasciarsi intrappolare dai riti di una classe dirigente che si ritiene eterna, e che li coopta a condizione che tutto sia una ripetizione del già visto.
Fa impressione sentire giovani che ripetono come degli automi un linguaggio politico usurato, vuoto, autocelebrativo.
I giovani devono dimenticare le esperienze maturate e guardare avanti, cercando di portare nell'impegno politico, come valore aggiunto, la loro fantasia.

Non tutti però hanno la possibilità di raccogliere questo messaggio perché “in ben altre faccende affaccendato”, e cioè la generazione di giovani e ragazzi ormai prigionieri volontari o coartati della criminalità organizzata, o quelli parcheggiati nelle periferie, poveri, disoccupati, emarginati.

E ci sono anche quelli che poveri ed emarginati non sono, ma restano asserviti alle famiglie, spesso causa della loro disoccupazione.

Altri scambiano la libertà con comportamenti apparentemente aperti della famiglia, che li lascia all'evasione incontrollata,  nella illusione di avere più tempo per sé. Questi il lavoro fanno finta di cercarlo, ma in realtà stanno bene come stanno, e meglio se ricompresi nel novero dei disoccpati.

Per tutti questi si può parlare, come un tempo, di nuova povertà, perchè oggi l’inattività giovanile è vista e pensata come il negativo del lavoro, il suo rovescio della medaglia.